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Spunticchianno

Gli Etruschi e l'uso del dialetto romano - seconda parte

Allo stato attuale delle cose (diciamo degli studi) l'alfabeto etrusco non presenta piu grosse difficoltà e dimostra una straordinaria parentela con l'alfabeto greco. Il piu grosso ostacolo alla definitiva comprensione dell'etrusco è il significato delle parole e cioè della lingua stessa.
In campo semantico conosciamo solo il valore di un centinaio di radici press'a poco. Tali limitate conoscenze hanno permesso di tradurre brevi epigrafi ma non consentono di certo la decifrazione di lunghe e complesse iscrizioni. La tecnica del metodo bilingue comunque, o dei testi paralleli, ha consentito di comparare con notevoli vantaggi i rituali descritti nelle fasce di Zagabria con le brevi preghiere romane riportate nel De re rustica di Catone e con i versi di preghiere contenuti nelle Tavole Umbre di Gubbio.

Piu familiari sono le conoscenze fonetiche etrusche e quelle morfologiche mentre l'ermeneutica, cioè la traduzione dei testi, è ancora piuttosto indietro. Il futuro sembra riservare rosee prospettive per piu allargate e convincenti scoperte.

Tarquinia, tomba del Barone, disegno, 1971

 



Il suolo di Tarquinia, città etrusca primigenia, ha rivelato e va ulteriormente dimostrando che, specie dopo la conquista da parte di Roma, le popolazioni locali e quelle romane coesistevano e condividevano la stessa vita e le medesime leggi. Ciò è rivelato da stupende iscrizioni in latino, rinvenute su costruzioni civili e religiose, riguardanti la vita e la carriera di eminenti cittadini etruschi. Lo studio linguistico può trarre da questi documenti, nel prossimo avvenire, innegabile beneficio.

Il mio preambolo, alla luce di quanto succintamente esposto, penso che sia servito a dimostrare il lungo colloquio , intenso ed inquieto ad una certa svolta della storia (scontro armato inevitabile e sottomissione a Roma) ma infine pacifico concorde e proficuo per le due civiltà, fra l'Etruria e Roma.
Colloquio che si proietta e prolunga nel Medio Evo (Patrimonio del Beato Pietro) non senza dispute, lotte e incomprensioni secondo il codice cornetano (da Tarquinia etrusca a Corneto nel M. Evo, poi Corneto-Tarquinia e di nuovo Tarquinia) Margarita di notevole interesse, e si perpetua nell'Età Moderna e Contemporanea.

Pure se perdura il mistero della lingua etrusca, non è per nulla misterioso il linguaggio etrusco odierno, posta com'è la nostra terra a cavallo fra Maremma Romana e Maremma Toscana.
A me sembra che la nostra parlata abbia conservato e tramandato molte forme e radici della lingua romana anche se precisi accostamenti - ballate, ritmi, stornelli popolari, intonazioni - al linguaggio toscano non mancano. Allo scopo, ho inserito all'inizio di questa raccolta (mi riservo, in seguito, di dedicarvi uno studio piu approfondito e particolareggiato) alcuni brevi componimenti in dialetto tarquiniese. Da essi è facile rilevare la straordinaria parentela ( quando non addirittura identificazione) con il mondo romano.

Questa credo sia la piu verosimile spiegazione -giustificata, ritengo, del mio poetare in romanesco .



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