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Eroica


Per tre volte il běsturi
incise le tue carni
e del tuo sangue intriso
seppe colpire il male
Ti vidi, o mio diletta,
diafana e immobile
nel tuo corpo ferito
per tre volte distesa
sulla stessa barella
del reparto operati.

Sentii il travaglio acuto
il flebile lamento
allor che lentamente
ti risvegliavi alla vita.

Sul tuo bianco lettino
nelle trepidi notti
nei giorni che vennero
di speranza e d'angoscia
da te sola lottavi
sullo strazio e il dolore
con fierezza spartana.

Non volevi compianti
e un sorriso donavi
con dolcezza materna
a chi avevi vicino
presso il tuo capezzale.

Fu anelito tuo grande
non dir la sofferenza
per non turbare gli altri
nell'andar della vita.

Ma chiuse le ferite
ti sentisti orgogliosa
d'un dovere compiuto
con sublime coraggio,
d'un ritorno felice
verso chi t'aspettava.



 

 

 

 

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